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Attacchi in rete a Giulia Corsini: «È giovane, si fa i selfie e difende la Sperimentazione animale»

20 Novembre 2019 - 06:34 Juanne Pili
Argomenta a favore della Sperimentazione animale: viene coperta di insulti perché è una ragazza che si fa i selfie in rete

Succede che il neuroscienziato Vittorio Gallese esprima solidarietà nei confronti dei ricercatori del progetto LightUp Marco Tamietto e Luca Bonini. I due scienziati si sono trovati schedati in rete e pesantemente minacciati, a seguito di una presunta fuga di dati avvenuta durante una richiesta della Lav (Lega anti-vivisezione) al ministero della Salute, all’epoca guidato da Giulia Grillo.

La “colpa” dei due scienziati è quella di essere coinvolti in una sperimentazione sui macachi, volta a studiare gravi lesioni cerebrali che causano cecità. Tutto questo utilizzando metodi non pervasivi e rispettando le norme vigenti, talmente restrittive in Italia, da costarci delle sanzioni da parte dell’Ue.

Il 6 novembre scorso il veterinario Oscar Grazioli scrive un articolo di risposta a Gallese su La Gazzetta di Parma. Sullo stesso giornale era stato pubblicato tempo prima l’articolo dello psicologo Roberto Muccelli, il quale ben lungi da esprimere solidarietà a Tamietto e Bonini, invitava a estendere i protocolli di ricerca a un pubblico più ampio.

Grazioli fa del suo meglio per criticare la sperimentazione animale, il problema è che i suoi argomenti sono ricchi di imprecisioni, così il 15 novembre la veterinaria Giulia Corsini di Patto trasversale per la scienza riesce a farsi pubblicare una replica sullo stesso giornale, dove elenca tutti gli errori commessi dal collega.

L’articolo contro la Sperimentazione animale di Oscar Grazioli.

Le imprecisioni di Grazioli sulla Sperimentazione animale in breve:

  • Viene citata a favore delle proprie argomentazioni l’astrofisica Margherita Hack. In realtà la compianta scienziata non era contro la Sperimentazione animale a tutti i costi: «se ci sono casi in cui è assolutamente necessaria allora che la si effettui in anestesia». Ed è così che viene fatta la Sa oggi;
  • Secondo l’autore «sempre più scienziati internazionali abbracciano i metodi sostitutivi». In realtà stando a un sondaggio condotto nel 2015 dal Pew Research Center, il 96% dei ricercatori biomedici considerano la Sa necessaria (dato che ricorda la percentuale di esperti che riconoscono il contributo umano nei cambiamenti climatici rilevante);
  • Si allude a «metodi sostitutivi per ogni tipo di ricerca». In realtà dove sono previsti la Sa non viene mai applicata;
  • Si fa riferimento alla rivista British Medical Journal, la quale da anni non pubblica ricerche basate sulla Sa, ma si tratta di una scelta editoriale, non etica, per non rischiare di perdere lettori;
  • Anche il termine «vivisezione» usato dal veterinario è fuorviante. La legge italiana prevede già infatti di «vietare le procedure che non prevedono anestesia o analgesia, qualora esse causino dolore intenso a seguito di gravi lesioni all’animale» (Articolo 14 comma 1 del Dlgs. 26/2014).

Il post sessista contro Giulia Corsini

Corsini torna così a essere oggetto di insulti in rete, con non pochi riferimenti sessisti. Il tutto sembra essere partito da un post nella pagina Facebook dell’associazione Parma Etica Festival.

A Parma Etica l’articolo di Corsini non piace. Così pubblica lo stesso giorno nella sua pagina Facebook un post di risposta. Se l’atteggiamento intimidatorio di certi animalisti faceva sospettare un generale retrogusto misantropo, qui sembrerebbe che il dibattito scada addirittura nel sessismo. 

https://www.facebook.com/parmaeticafestival/posts/2540830716004369?__tn__=K-R

Parma Etica è stata patrocinata dall’Emilia Romagna fino al 2015, quando le sue posizioni “free-vax” portarono la Regione a chiudere i rapporti. Nel suo post si riferisce al «giornale locale», il quale avrebbe pubblicato un articolo «scritto da una ragazzina, che difende la sperimentazione sui primati».

Si insinuano anche «evidenti problemi» da parte dell’autrice; infatti «ci è bastato vedere il suo profilo per capire che cerca solo notorietà, sembra avere tempo solo per i social e per postare i suoi selfie nelle pose più inconsuete». 

Parma Etica si definisce basita. Il giornale locale avrebbe addirittura inserito una «foto angelica» dell’autrice. Facciamo notare – dal momento che viene contestata la professionalità di Corsini – che l’associazione sottostante la pagina di Parma Etica è una Asd, ovvero una Associazione sportiva dilettantistica, col principale scopo statutario di promuovere attività sportive.

Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti non ci sta e pubblica uno screen del post originale dove esprime il suo sdegno:

«Mi hanno segnalato un post di Parma Etica inaccettabile nei confronti di una donna e professionista del proprio campo, che personalmente non conosco ma che ha tutto il diritto di esprimere la propria opinione e posizione, sia etica che scientifica».

https://www.facebook.com/f.pizzarotti/photos/a.471122899627865/3303916143015179/?type=3&theater

Il post dell’associazione animalista è stato aggiornato e in cima possiamo leggere un passaggio nel quale sembra voler spiegare che l’immagine scelta a corredo del post non fosse riferita a qualcuno in particolare. La foto mostra la terrificante bambola “momo”, che fino all’estate scorsa aveva messo in agitazione gli utenti di WhatsApp.

«La foto non è una manipolazione di una persona reale, ma solo una metafora visiva per esprimere l’inquietudine generale, se assomiglia a qualcuno che conoscete è solo un caso».

Ma secondo Corsini si è trattato di un vero e proprio atto di «body shaming» nei suoi confronti. Interrogati tra i commenti sulle ragioni della foto gli autori rispondono elusivamente.

Il problema è che Giulia Corsini nel suo profilo Facebook ha pubblicato effettivamente dei selfie scattati in pose che i nostri nonni avrebbero definito “inconsuete”, come fanno oggi milioni di ragazze per bene; inoltre è una giovane veterinaria, che – guarda caso – il 15 novembre aveva pubblicato un articolo dove difendeva la sperimentazione animale, per giunta sul «giornale locale» di Parma.

Il consenso nella scienza: questo sconosciuto

Purtroppo l’informazione scientifica non si può fare dando la parola un po’ a tutti, come succede con la cronaca. Il consenso in ambito scientifico non si misura facendo una sintesi delle varie opinioni, bensì attraverso articoli scientifici, revisionati da esperti e pubblicati su riviste di settore. 

Questo non significa che la comunità scientifica sia priva di dibattiti, il problema è che spesso quelli reali non sembrano quasi mai interessare, come quelli da noi riportati in due precedenti articoli: sull’efficacia dei flag nelle fake news e sulla qualità della ricerca in Italia

Per quanto riguarda invece la Sa, non esistono studi che dimostrano alternative migliori, se non in rari casi. Così come non esistono spiegazioni migliori riguardo ai cambiamenti climatici o all’indispensabile diffusione dei vaccini

Allora perché si continua a dare spazio a posizioni che non trovano rilevante accoglimento in ambito scientifico? Non bastano gli attacchi che stanno subendo persone di scienza come Corsini e i ricercatori di LightUp, per capire che non è una buona idea?  

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